24/06/2022
ATTUALITÀ
di RedazioneEcco i risultati del sondaggio «Coscienza Verde 2022» che Ener2Crowd.com —la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico— ha commissionato all’International Center for Social Research (Icsr-Net.com).
Spesso pensiamo di essere sostenibili ma in realtà non lo siamo affatto. È quanto emerge dal «Sondaggio Ener2Crowd Coscienza Verde 2022» commissionato da Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, all ’International Center for Social Research (ICSR).
Molti di noi —ad esempio— pensano che il riciclo dei rifiuti mediante una diligente raccolta differenziata sia il fattore che più impatta sull ’ambiente. Ma non è così: secondo gli esperti sono invece le abitudini legate alla mobilità ed alla finanza ad incidere maggiormente sulla sostenibilità.
Perfino l’alimentazione —sia in quanto a scelta di alimenti sostenibili che nel contrasto agli sprechi alimentari— è in grado di produrre benefici ambientali maggiori rispetto alla raccolta differenziata. Ed anche in questo caso non vi è questa percezione da parte della cittadinanza.
La ricerca è stata realizzata dall’14 al 20 giugno 2022 su un campione di 2 mila uomini e 2 mila donne residenti in Italia, di età compresa tra i 18 ed i 75 anni, con campionamento stratificato per quote di genere per le seguenti fasce di età: 1) maggiorenni under-27 (nativi digitali); 2) 27-40 anni (millennial); 3) 41-56 anni (X generation); e 4) 57-75 anni (baby boomer).
Per i valori percentuali relativi al totale degli intervistati (4.000 casi), ad un livello di confidenza del 98,86%, il margine di errore relativo ai risultati del sondaggio è stato calcolato pari al 2,04%.
Gli ambiti considerati nel sondaggio sono: 1) raccolta differenziata, 2) alimentazione, 3) mobilità, 4) energia e 5) finanza. Secondo lo studio, considerando l’intero campione —includendo quindi entrambi i sessi in tutte le fasce di età— l’ambito nel quale scelte dei cittadini sarebbero più efficaci per invertire la rotta del cambiamento climatico seguirebbero la seguente scala: al primo posto la «raccolta differenziata» (27,33%), seguita da «energia» (21,68%) e «mobilità» (19,23%). Chiudono la graduatoria «finanza» (16,63%) ed «alimentazione» (15,15%).
Ma questa graduatoria cambia totalmente se si prendono in considerazione i nativi digitali di sesso maschile: in tal caso è la «finanza» a conquistare il primo posto con il 24,60%.
La percentuale di chi pensa si possa salvare il pianeta con la finanza green rimane alta anche tra i millennial uomini (20,80%) e tra le donne baby boomer (25,80%) e quelle under-27 (19,40%). Mentre cala drasticamente al 5,40% tra gli uomini baby boomer ed all’8% per la X-generation di sesso maschile.
Insomma noi italiani siamo —mediamente— molto attenti alla gestione dei rifiuti (è il problema che a torto percepiamo essere più importante), mentre i nostri punti più deboli —insieme alla finanza— rimangono l’alimentazione (15,15% nel campione totale) e la mobilità (23%).
«Certo va benissimo riciclare correttamente, separando bene i rifiuti e buttandoli come e dove previsto. Ma vi è l’erronea convinzione che basti questo per essere a posto con la coscienza» sottolinea Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.
La «coscienza green» è un’altra cosa. Secondo gli esperti quello dei rifiuti è un problema minore rispetto ad altri che invece continuiamo a sottovalutare. Come appunto l ’alimentazione, la finanza e la mobilità.
«Quello della mobilità, poi, è un settore particolarmente critico per l’Italia, dove un po’ tutti tendono a privilegiare l’uso dell’automezzo privato: nel nostro Paese abbiamo ben 60 automobili ogni 100 abitanti, che nella Capitale diventano addirittura 72 ogni 100. Mentre i mezzi pubblici e la sharing mobility vengono scelti ancora troppo poco» puntualizza Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd.com nonché chief analyst del GreenVestingForum.it.
«Lo stesso discorso —prosegue Mottironi— vale per il turismo: appena 3 italiani su 10 evitano o riducono i viaggi in aereo e nelle altamente inquinanti navi da crociera, preferendo mezzi come i treni e magari pernottando anche in alberghi con certificazione di sostenibilità ambientale».
Per non parlare dell’ambito della finanza, che da sola —con scelte etiche— sarebbe in grado di risolvere tutti i problemi legati all’ambiente ed al riscaldamento globale.
Basti pensare ai progetti sostenibili di Ener2Crowd.com attraverso i quali con un contributo di appena 100 euro procapite —in relazione alla sola fascia della popolazione che percepisce un reddito (da lavoro, capitale o pensione), pari a circa 40,6 milioni di persone— è possibile arrivare ad una riduzione delle emissioni di CO2 di ben 2 milioni di tonnellate all ’anno, pari allo 0,48% del totale delle emissioni “consumate” sul suolo del nostro Paese ed allo 0,60% di quelle prodotte.
Quanto si potrebbe fare in larga scala? I capitali di risparmio in Italia ammontano complessivamente all’impressionante somma di oltre 4 mila miliardi di euro: investendo tutta la ricchezza liquida —pari a 1.500 miliardi di euro— saremmo in grado di ridurre del 160% (è un esercizio matematico puramente teorico) tutte le emissioni prodotte dal nostro Paese (andando quindi a compensare anche quelle di altri Paesi), generando un aumento del PIL —da benefici economici derivanti da rendimenti e tassazione— pari al 4%.
Si tratterebbe —nel gioco delle medie— di 70 mila euro pro-capite che investiti nella sostenibilità ambientale ed energetica porterebbe ad una crescita maggiore a quella dell ’intera economia Cinese prima del Coronavirus.
Se invece ci accontentassimo di un 2% —pari a 14 mila euro pro-capite— da investire nella Green Economy, le emissioni di CO2 scenderebbero comunque a 2,7 tonnellate procapite contro le attuali 5,6 tonnellate, raggiungendo in un solo anno gli obiettivi globali di emissioni procapite al 2050.
Chi potrebbero essere questi «Eroi Verdi» disposti a guardare con speranza al futuro —sia per sé che per le generazioni a venire— rendendosene direttamente responsabili?
L’idealtipo tracciato da Ener2Crowd.com insieme al GreenVestingForum.it è quello di un 45enne maschio che già ha partecipato altre volte a finanziare la transizione energetica e che ha una disponibilità di 14 mila euro annui da investire.
«Il tipo ideale femminile —che rappresenta un quinto del totale degli investitori— ha invece 48 anni e può investire 11 mila euro annui» concludono gli analisti di Ener2Crowd.com.